Cosa prevede per il gaming il decreto dignita'

Decretlo legge dignità e futuro del gaming legale
Marcoledì 18 luglio 2018
In iGaming e gioco online

Qualche giorno fa è stato approvato il Decreto Legge Dignità che, tra le tante previsioni normative contenute su diverse materie, prevede il divieto della pubblicità dei giochi attraverso l'utilizzo di qualunque mezzo di comunicazione di massa.

Si tratta di un provvedimento normativo di non semplice attuazione nel nostro paese. Se da un lato vi è grande soddisfazione tra le associazioni che lottano contro la proliferazione del gioco d'azzardo e la ludopatìa, dall'altro vi sono tante perplessità e polemiche che gravitano attorno a tale divieto, che viene considerato "un passo storico di grande valore culturale" dal suo autore, il vicepresidente del consiglio nonché ministro del lavoro dello sviluppo economico, Luigi di Maio.

Ma è davvero così? Non sembrano essere molto d'accordo gli operatori di settore, né tanto meno le squadre di serie A e serie B che hanno stipulato degli accordi con i brand che operano nel settore delle scommesse sportive online e che, fino a questo momento, hanno ricevuto diversi proventi derivanti dalle sponsorizzazioni. Sponsorizzazioni che, a partire da gennaio del prossimo anno, secondo le disposizioni contenute all'interno di questo decreto-legge verrebbero vietate.

Decreto Dignità: i dubbi sulla sua reale efficacia

Gli operatori di settore ritengono che le misure adottate dal governo non siano per nulla efficaci e il rischio che si corre è quello di rinvigorire il mercato del gioco illegale che, in questi ultimi anni, è stato notevolmente ridotto grazie alle concessioni rilasciate dall'AAMS che ha regolamentato il gaming online e terrestre e al conseguente sviluppo del mercato del gaming legale al 100%, sicuro e controllato dallo Stato.

Il divieto, secondo la norma, si applica a qualunque forma di pubblicità, anche a quella che viene esercitata indirettamente e che concerne giochi o scommesse con vincite in denaro. Nell'ambito di applicazione del decreto rientrano anche le manifestazioni sportive, artistiche e culturali, nonché le trasmissioni televisive e radiofoniche. A questi, inoltre, si aggiungono anche i mezzi di stampa e le pubblicazioni su Internet. Il divieto viene applicato anche alle sponsorizzazioni di manifestazioni, prodotti, servizi, eventi e attività di ogni genere.

Sull'efficacia della norma, come accennavamo prima, vi sono non pochi dubbi. Ci si chiede, infatti, come si fa ad effettuare dei controlli efficaci sul web limitando in questo modo la comunicazione in rete dei messaggi pubblicitari nel settore del gioco d'azzardo?

È praticamente impossibile monitorare la proliferazione dei siti web che giorno dopo giorno compaiono e popolano le pagine internet nei server e che molto spesso sfuggono ad ogni controllo. Ne sono un esempio i siti dei brand operanti illegalmente nel nostro paese che continuano ancora ad esistere malgrado il Monopolio Italiano abbia creato una black list che nel tempo è diventata sempre più ampia. Ma gli scommettitori hanno trovato comunque il modo di collegarsi per continuare a scommettere all'interno delle piattaforme sprovviste di licenza AAMS.

Altro problema dell'efficacia di questo decreto-legge riguarda le sponsorizzazioni in tv durante lo svolgimento di manifestazioni sportive, come per esempio una partita di calcio valevole per l'Europa League o la Champions League. Se una squadra italiana gioca all'estero, dove quasi sempre si trovano negli stadi dei pannelli pubblicitari che sponsorizzano i brand che operano nel settore delle scommesse sportive o dei casino online, come si farà a vietare la visualizzazione di quel messaggio pubblicitario? L'operatore della tv italiana dovrà oscurare quella parte di campo per non fare comparire lo spot?

Gli effetti giuridici di questo decreto-legge, inoltre, sarebbero devastanti per i diritti televisivi acquisiti dalle squadre di calcio che militano nel massimo campionato nazionale e in quello cadetto, determinando un impoverimento per le casse delle società di calcio iscritte ai rispettivi tornei di serie A e serie B.

A partire dal 24 luglio inizierà l'analisi del provvedimento che sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. Nel frattempo diverse squadre di calcio che militano in serie A hanno stipulato dei contratti di sponsorizzazione con i bookmaker e il governo, fa sapere Di Maio, non è per nulla disponibile ad un confronto con gli operatori di settore, né apporterà eventuali modifiche al testo normativo del suo decreto. Entro 60 giorni il decreto-legge dovrà essere convertito in legge oppure non produrrà mai gli effetti giuridici voluti dal governo. Staremo a vedere come si evolverà la questione e cosa accadrà nel corso di questi due mesi.