Interfaccia e grafica, due elementi fondamentali per i gamer

In iGaming e gioco online
Il design e l’interfaccia utente sono fondamentali nel feedback del gamer e nella sua fidelizzazione, portandolo alla scelta di numerosi meccanismi reiterati.
Nell’esperienza del gioco, l’interfaccia utente ha un ruolo fondamentale come strumento che media e mette in contatto l’uomo e la macchina, permettendone l’interazione perfetta. Le tecniche sono tantissime ed ognuna influenza il rapporto tra l’interfaccia ed il suo fruitore, anche in base alla scelta del design prescelto. L’impatto della grafica, infatti, può essere decisivo.
L’interfaccia ed una grafica ben curata che mette a proprio agio l’utente, è fondamentale anche per i portali di gambling online.
Tra i più curati e di qualità si registra quello di StarVegas, con un’interfaccia ottimizzata per i dispositivi di ogni tipo (pc, Mac, Tablet, smartphone) che permette una gestione facile di scommesse, partite, incontri e tornei. In qualsiasi luogo, in pochi click è possibile accedere alla panoramica generale e alle informazioni più importanti. Anche tramite app, i live stream e le interfacce sono programmate per tutti i browser e sistemi operativi in uso, in maniera comoda ed intuitiva.
A differenza della precedente, l’interfaccia di Betfair appare meno ricca, con colori chiari e dal menu molto semplice ed intuitivo. Analizzando la home, a sinistra risulta l'elenco completo delle quotazioni disponibili per il match selezionato con il Cash Out indicato da un apposito simbolo in grafica. Le quotazioni sono invece divise per colore: in blu il “Punta” con la quota più alta disponibile al momento, seguita da quelle più basse. In rosa vi sono invece le quote del “Banca”, una funzionalità che permette di giocare contro un determinato esito. Anche in questo caso, come StarVegas, confermare la giocata è semplicissimo e basterà un semplice click prima della revisione dei dati inseriti.
Di seguito analizziamo alcuni esempi di game, che ci consentiranno di andare ad approfondire diverse opzioni.
Astroneer
Iniziamo da Astroneer, un noto gioco indie sull’esplorazione caratterizzato da colori e forme tondeggianti. Inizia con una visione dall’esterno di un astronauta con le proprie navicelle, controllate dal giocatore. L’obiettivo è la sopravvivenza creando delle basi militari, con elementi semplici e familiari. L’inventario è sicuramente il punto di forza: uno zaino ricco di elementi che possono far la differenza sulla scena, disegnato in più modi ed in svariati involucri, partendo dalla iuta come in Far Cry 3, pratici per le sessioni di caccia. Lo stesso riappare e scompare all’occorrenza ed il suo ruolo muta ancora in Outward: gli stessi zaini sono ben visibili e condizionano anche il giocatore nei movimenti e nella battaglia con un’interfaccia che riprende uno scenario d’avventura. L’inventario è quindi intrecciato sinergicamente nel gioco e con l’utente, condizionando ciò che vuole acquistare ed inserire, con la possibilità di annoiare persino l’utente. Anche in Zelda: BOTW lo zaino è accessibile e divertente seppur ingombrante, limitando la libertà di cambiare regolarmente stili di gioco.
Per non incappare in dimenticanze, Astroneer mostra costantemente di spalle lo zaino ed il suo contenuto. Si possono riordinare gli oggetti, raccoglierli e sistemarli secondo svariati criteri, tramite il semplice click del mouse. Per chi non è abituato a questa modalità, potrebbe risultare meno intuitiva e più lenta ma assolutamente ingegnosa, una skill in più da sfoderare. Ovviamente, il numero di elementi trasportabili è limitato e ciò non crea confusione ad esempio come Skyrim. A tal proposito, già nel 1994 System Shock stava sperimentando una modalità affascinante che convogli gli elementi nello zaino in basso. In questo modo si coinvolge l’utente ancora più attivamente, dandogli potere crescente all’interno del gioco, attraverso lo schermo e l’ambiente circostante.
In Astroneer la modalità interattiva si estende oltre l’inventario e lo zaino, con implementazioni interattive ed informative. La ricerca del progetto, ad esempio, viene eseguita su un modulo base del giocatore. La creazione avanzata viene eseguita in un pannello di controllo collegato a una stazione di stampa 3D e la lavorazione può invece essere eseguita tramite lo zaino. La costruzione fisica degli oggetti semplifica il compito, grazie ad una stampante 3D più grande che va ricercata. Ossigeno e Potenzasono sempre visibili sulla schiena del giocatore, i livelli di potenza sono invece posizionati all’esterno degli edifici e delle batterie, la direzione e la forza della corsa di alimentazione sono sui cavi.
Tutti i miglioramenti avverranno tramite la stampante 3D e la sua interfaccia di riferimento, che se fosse astratta, snaturerebbe il gioco creando un effetto banale e disconnesso. Resta spiccata, infatti, la tattilità: abbassarsi per raccogliere oggetti, toccarli, spostarli, con tutti i suoni ed i rumori ad essi collegati, per un effetto particolarmente reale che ricorda quello dei mattoncini LEGO.
Alien Isolation
Un altro esempio di gioco che abbiamo provato è Alien Isolation, game ispirato al film del 1979 unendo arte, interfaccia di altissima qualità, design e sound. Le interazioni sono innumerevoli ed importantissime ma soprattutto mai banali, ancorati ad una spiccata somiglianza rispetto al mondo reale. I pannelli di programmazione risultano volutamente obsoleti, a volte confusionari e vogliono ingigantire questo senso di inadeguatezza. Gli stessi, possono far commettere al giocatore un passo falso letale.
È intenzionalmente la riproduzione di un software primitivo, goffo anche nell’utilizzo: una scelta ambiziosa dei programmatori ma vincente, che ha riscontrato il gusto dei gamer. Questa tecnica che predilige l’uso intuitivo rispetto al realismo eccessivo, è stata poi adottata da numerosi successori: la migliore soluzione è sempre la via di mezzo, tra un’interfaccia più evoluta e quella più classica. Il realismo rappresenta sempre un argomento divisivo nei gamer e negli addetti ai lavori. I progettisti di Alien Isolation hanno fissato un livello elevato con la rappresentazione realistica dei terminali dei computer, dei punti di salvataggio e del motion tracker. Il giocatore diventa vulnerabile e catapultato in quel preciso mondo invece con le Mappe, che rappresentano la sicurezza di un menu 2D.
Horizon: Zero Dawn
Parlando di iper realismo, è impossibile non citare Horizon: Zero Dawn, con superpoteri plausibili e di qualità altissima grazie all’interfaccia inserita perfettamente nella narrativa. Non sempre però, tutto ciò che rappresenta il mondo reale è affascinante per l’utente che, nel mondo dei videogames vuole sognare in grande. C’è quindi anche in questo caso un equilibrio da trovare nei vari aspetti. L’utente è così immerso nel nuovo universo che non è infastidito dai contenuti che si discostano dalla realtà e vi interagisce in ogni fase, anche quando il protagonista approfondisce informazioni all’interno della stessa interfaccia.
Dettagli che lavorano insieme per alleviare la frustrazione del giocatore, senza comprometterne la credibilità o l'immersione dell'esperienza. Non tutti gli elementi hanno però questa sensibilità: il Bestiario è una copia mal riuscita di un diario, elemento perfetto invece in Green Hell, directory utile per sostituire la guida nel gioco e rafforza la sinergia tra giocatore e personaggio.
Red Dead Redemption 2
In Red Dead Redemption 2, diversamente dal caso sopra descritto, la realtà è stata riprodotta fedelmente ma la sinergia con l’utente, invece, dimenticata in un pozzo profondo senza possibilità di attingerne. La riproduzione della neve ha davvero colpito tutti per la sua precisione, risultato ottenuto grazie al lavoro di centinaia di persone che hanno realizzato un'eccezionale impresa di sviluppo, arte tecnica e narrazione.
L’esperienza gaming però è straordinariamente non immersiva ed i controlli troppo complessi registrano un numero sempre crescente di incidenti ed errori, che derivano da situazioni semplici ma rappresentate in maniera goffa. In un universo iper realista, ogni elemento dovrebbe eseguire questa scelta, non lasciando alcun dettaglio al caso: un incredibile autogol che i gamer non si fanno sfuggire.
Outer Wilds
Un esempio calzante, è quello che riguarda Outer Wilds, un gioco unico e stimolante che inizia sempre dall’ingresso in una nave, che familiarizza così con l’utente. Le aree del menu sono ricche, meno interattive ma più informative, unendosi al meglio con le caratteristiche dell’universo che rappresenta. Racconterà così sempre una storia, versatile, in evoluzione. È questa la scelta perfetta, con un’interfaccia grafica che deve fungere da collegamento e da ponte e non da barriera nel rapporto tra utente e gioco.
In qualità di designer, il supporto va alla qualità ed alla fluidità di ogni elemento, rendendo l’esperienza unica e fidelizzata.